Interviste

Bambini e sintomi

Buongiorno Dott. KALAPURACKAL

Lei si occupa di prevenzione e cura dei problemi che possono manifestarsi nei bambini dalla nascita all’adolescenza, in base alla sua esperienza quanto pensa siano rilevanti le emozioni del bambino nell’insorgenza dei sintomi?

  • Sicuramente in parte influenzano le emozioni ma non del tutto. Ma certo vi è una somatizzazione da parte dei genitori e dei figli. Ma adesso ti racconto una cosa: mentre frequentavo l’università, un mio docente mi chiese se caratterialmente tendevo ad avere pazienza. E quando risposi che ne avevo con i bambini, lui mi rammentò che la pazienza avrei dovuta averla con le mamme, e con i papà. Questo per dirti che ho a che fare, oltre che con i bambini, sopratutto con le preoccupazioni dei genitori e con le loro emozioni.

E’ frequente riscontrare nei bambini o nei ragazzi, disturbi prevalentemente di origine psicosomatica?

  • I sintomi dei bambini sono per il 50% di origine psicosomatica, sopratutto nelle bambine. I bambini e gli adolescenti ovviamente non parlano di come si sentono, come farebbe una persona adulta, a volte non parlano proprio. Mi accorgo dallo sguardo, dai loro movimenti e da piccoli atteggiamenti e dopo essermi fatto un idea, capisco se è il caso di fare accertamenti specifici ed esami clinici o meno.

La relazione genitore-figlio quindi ha un importante rilevanza nella salute del bambino/ragazzo…

  • Certamente, eseguo esami obiettivi spesso per tranquillizzare i ragazzi, ma sopratutto le mamme. Poi con l’avvento di internet e delle ricerche nel web, alcune mamme arrivano a conclusioni preoccupanti, quando invece non è così. Nella mia esperienza clinica ho potuto notare che ci sono eventi, per esempio la separazione dei genitori, che incidono molto sulla salute dei figli, viene vissuto come un vero e proprio lutto e c’è bisogno di tempo per digerire l’accaduto… e tutto ciò comporta anche disagi e somatizzazioni fisiche. Anche la società non è come quella di qualche generazione fà; oggi, rispetto a ieri,  c’è poca presenza dei nonni nell’accudire ai nipoti… e anche questo incide nel benessere dei bambini. I bambini potevano accedere a diversi tipi di accudimento e ciò era d’aiuto.

Posso chiederle di condividere con noi la storia di un suo giovane paziente, in cui lei ha riscontrato, come evidente fattore scatenante del disturbo fisico, la vita sua famigliare o scolastica?

  • Penso a questo ragazzo che frequentava le scuole medie. Aveva spesso importanti e dolorose emicranie. Suo padre era molto rigido con il ragazzo riguardo la sua resa negli studi e quotidianamente lo esortava a fare meglio e di più. E non era mai abbastanza. Quando compresi che la pressione “sentita” dal ragazzo era quella del rapporto col padre, dovetti insistere in maniera molto ferma e decisa con il padre perchè allentasse la pressione che rivolgeva al figlio. Le emicranie non si presentarono più.
  • Seguo anche molti ragazzi tra i dieci e i dodici anni, che purtroppo hanno sviluppato disagi importanti, forse anche un pò per predisposizione, ma io ritengo che l’ambiente famigliare e scolastico siano decisivi nel bene e nel male; nei casi peggiori un ambiente non sano può portare all’uso di stupefacenti, a disturbi antisociali e nelle ragazze all’anoressia.

Ci sono dei sintomi o delle frasi-chiave per cui lei riesce ad intuire che il disturbo è di origine psicosomatico?

  • Come le dicevo Mila, i bambini parlano poco, per riconoscere qualche frase-chiave. Tuttavia le statistiche nell’ambito clinico asseriscono che sintomi come mal di pancia  e mal di testa nei bambini, sono per 85% di origine psicosomatica.

 

 

Grazie dott. Kalapurackal per queste importanti testimonianze riguardo il mondo dei più giovani.

Mila Bezzon – naturopata counselor