Il Cibo

Ti mangio… per nostalgia

Il rapporto tra cibo e psiche è complesso e può essere esplorato attraverso varie “lenti”, inclusa quella simbolica.

Molti aspetti del cibo hanno significati simbolici profondi in diverse culture e tradizioni e la nostra epoca non si esime da questo significato profondo.

Oggi, il legame tra cibo e nostalgia, può “trasportare” ognuno di noi, indietro ad esperienze del passato.  Spesso, particolari alimenti sono strettamente legati a ricordi felici dell’infanzia o di momenti significativi. Sapore, aroma e consistenza possono agire come “ancore” emotive, riportando a mente sensazioni di sicurezza e affetto… a volte anche inconsapevolmente.

Questo legame viene definito “cibo comfort”. In situazioni di stress o tristezza, possiamo cercare rifugio in cibi specifici che hanno connotazioni per noi positive. Questi alimenti possono variare notevolmente da persona a persona, poiché sono spesso influenzati dalle abitudini familiari e dalle esperienze intime di ognuno di noi.

Ad esempio, una zuppa o un buon piatto di riso in bianco (a casa mia usava così) potrebbe non essere solo un pasto, ma anche una fonte di conforto che ricorda il calore e l’attenzione di una figura di cura durante i nostri giorni di malattia. Allo stesso modo, un piatto di pasta (per me i gnocchi della nonna) preparato in modo particolare può evocare ricordi di riunioni familiari gioiose.

Il cibo, quindi, agisce come un veicolo per il collegamento emotivo con il passato. La sua capacità di fornire consolazione può essere spiegata anche attraverso aspetti neurologici, poiché alcuni alimenti possono stimolare la produzione di sostanze chimiche nel cervello, come la serotonina, associata al benessere emotivo.

Tuttavia, l’eccessivo ricorso al cibo come fonte di conforto, può portare a comportamenti alimentari emotivi, che se da un lato possono tornare utili e appaganti per affrontare un momento di stress, dall’altro tendono a procrastinare la “digestione” di un sentimento che chiede di essere vissuto.

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