Interviste

Stanchezza cronica

Buongiorno dottoressa Fantinato, lei è neolaureata medico-chirurgo e in formazione in medicina generale. Mi fa piacere intervistarla per avere così uno sguardo giovane e professionale rispetto la correlazione corpo-mente. Quale è la sua opinione a riguardo?

  • Buongiorno Mila, trovo sia un legame inscindibile e allo stesso tempo fondamentale da osservare.  Le faccio subito un esempio: il paziente preoccupato del suo sintomo, tende a chiedere molti esami clinici e controlli specifici, spesso anticipatamente da lui controllati sul web (e qui non dico altro) ciò indica un iper preoccupazione psicologica, tanto che la sua spiegazione del dolore è molto particolareggiata e capisco subito che la componente emotiva è alta. Quando lo noto, tendo a fare questa domanda: “Cosa sta succedendo a casa?” e inizia così un lungo sfogo, di cui aveva decisamente bisogno. Al termine, mi accorgo che non si focalizza più sugli esami clinici e lo vedo più sollevati… e inizio la visita sul piano organico.

Durante la sua formazione accademica, ha seguito studi particolari che hanno formato e influenzato la sua visione rispetto la relazione corpo-mente nel sintomo fisico?

  • Tutte le materie studiate ora all’università di medicina, prestano particolare attenzione al modello bio-psico-sociale. E’ un modello che viene definito integrato, in quanto sono inscindibile nel sintomo riportato dal paziente, l’aspetto biologico, quello psicologico e relazionale-sociale. Un’altra materia importante che si studia in medicina è Psicologia Clinica, cioè l’importanza dell’approccio al paziente e l’ascolto attivo e interessato. Io credo questo costituisca una parte importante della visita medica.

Ha esperienze specifiche di cui ci può parlare, rispetto la correlazione tra lo stato emotivo e quello fisico-sintomatico nei suoi pazienti?

  • Certo, le fasce di pazienti in cui per me è subito evidente la correlazione emotivo-sintomatica, sono gli anziani e i giovani. Molte persone anziane soffrono di solitudine e sentono la necessità di venire da me a parlare. Il loro sintomo molto spesso si presenta come lieve e tollerabile tuttavia hanno bisogno di venire in visita per “altro”. Poi ci sono i ragazzi giovani, quando vengono in visita medica, presentano spesso stanchezza cronica e tachicardia (ahimè in aumento dopo la pandemia), naturalmente eseguo esami e controlli adeguati. Il riscontro è in altissima percentuale negativo. Ciò evidenzia come lo scarico emotivo si presenti nel corpo. Alle visite, i giovani si presentano con la madre, perciò dopo essermi assicurata che non vi sono patologie organiche, inizio a dialogare con madre e figlio/a per capire cosa è cambiato in quel periodo che possa aver generato tale tensione. Spesso è sufficiente aprire un dialogo per vedere sfogare genitore e figlio in un pianto liberatorio, forse generato da una fase di passaggio non lieve per entrambi.

Ultimamente le è capitato di visitare un paziente con un sintomo fisico che si è risolto con la risoluzione di un aspetto emotivo di vita privata?

  • Mi viene in mente Anna, 50 anni, madre di 3 figlie. Una donna in gamba che ha deciso di rimettersi in discussione e di riprendere gli studi anche per aumentare le prospettive nel suo lavoro. In quei giorni era prossima ad un esame di studio importante. Entra in studio da me e la vedo molto inquieta sulla sedia, anche le sue mani si rigirano tra loro e non trovavano pace. Mi dice che è andata più volte in pronto soccorso per la sua cefalea improvvisa e dolorosa. Indago inizialmente sulla pressione sanguigna e chiedo altri esami. Tutto con riscontro negativo. In breve Mila, la cura spontanea della sua dolorosa cefalea è stato il superamento dell’esame di studi.

Grazie dottoressa Fantinato per aver condiviso il suo pensiero professionale con noi.

Mila Bezzon – gestalt counselor naturopata